L’ultimo arlecchino …con Eros Emmanuil Papadakis

L’ultimo arlecchino …ovvero LA STORIA DEI TRE SCRIGNI

 

 

sabato 17 febbraio
Teatro del Pane
via Fontane 91-91/A, 31020 Villorba

regia di Michele Modesto Casarin
con : Miriam Russo, Eros Emmanuil Papadakis, M. M. Casarin


Teatro di provincia, un vecchio e stanco Folco Bertinazzi, ultimo discendente di Carlo Antonio Bertinazzi (1710 – 1783) celebre Arlecchino del Théatre de la Comédie Italienne di Parigi, si sta preparando per lo spettacolo della sera, quando viene interrotto da due giovani attori che insoddisfatti del teatro standard e della sperimentazione alla moda, vogliono andare alle radici della Commedia dell’arte, imparare da lui l’arte della commedia e l’uso della maschera…. ma cosa li spinge, qual è il motore che muove la loro determinazione?

Questo nuovo progetto di Pantakin Commedia vede collaborare insieme, ancora una volta, “due vecchi poeti” del teatro, Andrea Pennacchi per la scrittura e Michele Modesto Casarin per la regia.

per maggiori info

Il crogiuolo … della Piccola Accademia Teatrale!

Il crogiuolo … della Piccola Accademia Teatrale!

La Piccola Accademia di Recitazione Teatrale, dell’Associazione Fantalica, svela in anticipo la trama del prossimo spettacolo. L’attesa comincia!

 

 

Per il saggio di fine anno della Piccola Accademia Teatrale (2° anno)

abbiamo scelto

“Il crogiuolo” di Arthur Miller.

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Il testo è una metafora, attraverso una cupa storia di caccia alle streghe, di come la società si scagli di volta in volta contro il male assoluto.
Questo male può essere rappresentato ai tempi di Miller, dai comunisti o vicini a quell’area politica, oppure ai giorni nostri, secondo il punto di vista di un immigrato: prendendo in causa le diversità di genere, di religione o di opinione.

Una caccia alle streghe che oggi avviene sui social in maniera amplificata, violenta e istantanea.
Una violenza da tastiera che si esaurisce non appena viene individuato un nuovo nemico, una nuova strega da bruciare.
Il tutto dura qualche giorno ma intanto le vite di molte persone sono distrutte.

Un testo da scoprire e rivalutare non solo come messaggio ma anche come storia, appassionante e commovente.

Per saperne di più…

Lo strumento Voce – Recitando

Lo strumento Voce – Recitando

Credo che quella voce lo prendesse maggiormente per il suo calore fluttuante, febbrile poiché era oltre ogni sogno: quella voce era un canto immortale.
F. Scott Fitzgerald

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La voce nel teatro può essere fondamentale e alle volte solo un dettaglio.
Certo, dipende tutto dal tipo di opera che ci apprestiamo a mettere in scena, ma possiamo dire che il 90% delle volte la voce, nel teatro, la fa da padrone.

Cerchiamo allora di capire bene come strutturarla e impostarla.
Vogliamo proprio soffermarci su come riuscire a liberare nei ragazzi quelle determinate potenzialità espressive che in genere i bambini posseggono in tenera età e che purtroppo tutti crescendo tendiamo a perdere e inibire.
Lo scopo non è quello di portare voi allievi a una dizione perfetta e a un potenziamento dell’emissione vocale, quanto rendervi consapevoli delle possibilità espressive dell’organo vocale.

La voce, in fondo, è un gesto con cui l’attore occupa lo “spazio sonoro”.
Per gran parte del teatro la parola, e quindi la voce, è il gesto principe con cui l’attore domina la scena e il pubblico.

Serena-Autieri-sciantosaL’esercizio che vi proponiamo vuole essere una guida a comprendere quanto l’intonazione e il ritmo della voce siano fondamentali per veicolare il significato delle parole e per sostenere il senso e il valore del linguaggio verbale.

VOCE AL PUBBLICO
Si chiede all’attore di variare non solo il tipo e la distanza dell’interlocutore o del pubblico, ma soprattutto “l’intenzione comunicativa“.
L’attore deve trovare in sè e da sè il gesto e la voce giusta per esprimere la sensazione e l’emozione prodotte dalla circostanza che ha immaginato.
Per evitare la recitazione stereotipata e poco credibile è necessario che l’attore si domandi:
“perchè parlo?”
“chi è il mio interlocutore?”
“qual’è la mia intenzione riguardo l’ascoltatore: convincerlo, informarlo, aggredirlo, che altro?”

L’attore si immette al centro dello spazio scenico e comincia a ripetere una semplice frase: “Io mi chiamo…”, oppure “E’ successo che…”; tenendo conto di circostanze e motivazioni via via diverse.

Questo esercizio mira a far capire all’attore che lo pratica la propria creatività ed espressività. Non di certo la tecnica recitativa.
Per tecnica recitativa si intende tutta quell’attività che è indispensabile per poter ripetere la nostra azione teatrale (in teatro si dice replicare), infinite volte con la stessa credibilità ed efficacia.

Il movimento nel Teatro – Grotowski

Il movimento nel Teatro – Grotowski

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Il teatro è un’arte che ha sempre affascinato e coinvolto: è nato per la gente e si è sempre rivolto alla gente.
Un modo per fuggire dalla realtà per un breve tempo.
Un modo per entrare nella vita di qualcun altro e farla propria.
Un modo per raccontare una storia e farla vivere a chi la ammira e ascolta.

“Il teatro è così infinitamente affascinante perché è così casuale. E’ come la vita.” diceva Arthur Miller.

Ma, come si fa “a far teatro”?
Cosa ci vuole per diventare ed essere un bravo attore e cosa possiamo fare per imparare al meglio?

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Innanzitutto bisogna dire che, il teatro non è fatto solo di parole.
Il testo a cui affidarci non basta per fare di una grande copione una grande opera.
Il Teatro, come la vita, è un mix di elementi.
Il testo serve, certo, ma non è tutto. Se bastasse questo tutti saremmo dei grandi attori e delle grandi attrici.
Il Teatro abbraccia anche altri elementi.
È fatto di emozioni, di gesti, di intonazione della voce, di espressività, di luci, di ombre, di suoni, di silenzi…
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Per cominciare ci soffermiamo però su un elemento fra tutti: il MOVIMENTO CORPOREO.
Possiamo tranquillamente affermare che un attore è chiamato a interpretare innanzitutto un ruolo, e questo lo fa principalmente con il proprio corpo.
Si muove, spazia, cammina lungo il palcoscenico, assume in tutto e per tutto le sembianze di qualcuno.
Stanislasvkij, grande attore, regista, scrittore e teorico teatrale russo, ci ricorda che per realizzare un personaggio, l’attore deve “perfezionare” il proprio corpo.
Questo non vuol dire appunto diventare muscolosi e prestanti,  ma di saper fare esercizio.
L’esercizio ha lo scopo di dare elasticità e plasticità al corpo per averne piena padronanza.
Si rappresenta un’opera teatrale anche e soprattutto con il corpo.
Come potrebbe un attore recitare ruoli dinamici senza la padronanza totale del proprio corpo?

Un grande protagonista della “preparazione del corpo dell’attore” fu sicuramente Grotowski.

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Grotowski rivoluzionò il teatro del suo tempo e, insieme al suo allievo Eugenio Barba, è considerato uno dei padri del teatro contemporaneo.
Nella sua opera Per un Teatro Povero (1968) dichiarò che il teatro non avrebbe potuto né dovuto competere con lo spettacolo travolgente del film, ma avrebbe dovuto concentrarsi sulla radice più profonda dell’atto teatrale: gli attori di fronte agli spettatori.

I suoi studi sono entrati a far parte della metodologia di preparazione del corpo dell’attore, all’interno delle scuole di tutto il mondo.

Il training mira così a rendere gli attori consapevoli del proprio corpo, a concentrarsi su di esso e ad esplorarlo, attraverso esercizi mirati, rendendolo plastico, duttile e forte.
Il lavoro viene impostato sulle “cerniere del corpo” a partire dai piedi fino ad arrivare alla testa.
Coinvolge i vari impulsi energetici per rendere vitali tutti i muscoli…anche quelli che non sappiamo di avere).
Aiuta a controllare al meglio ogni azione scenica attraverso esercizi di resistenza muscolare (ribaltate, verticali ed equilibrio).

Un training fisico completo ma che rende l’attore consapevole di  ogni suo gesto teatrale.

Anche nel percorso proposto nella Piccola Accademia di Fantalica, sia nel percorso base che in quello Avanzato, la fase di preparazione o training si basa sugli studi del grande Grotowski.

A seguire un video di alcuni esercizi.
https://goo.gl/LBabP8