Scena per il corso di recitazione cinema: il silenzio degli innocenti

Ecco la scena i ragazzi del corso di recitazione cinema dovranno preparare. Il primo incontro fra Clarice Starling e Annibal Lecter:

Il_silenzio_degli_innocenti

Clarice Starling «Dottor Lecter. Mi chiamo. Posso parlare con lei?»

Dottor Lecter «Buongiorno»

Clarice Starling «Dottore, noi abbiamo un grave problema con un profilo psicologico. Voglio chiedere il suo aiuto.»

Dottor Lecter «Per “noi” intende Scienza del Comportamento a Quantico. Lavora per Jack Crawford, immagino.»

  Clarice Starling «Sì.»

Dottor Lecter «Posso vedere le sue credenziali?»

Clarice Starling «Le ho già mostrate in… in ufficio.»

Dottor Lecter «Potrebbe essere una giornalista che Chilton ha fatto entrare dietro pagamento. Credo di avere il diritto di vedere le sue credenziali.»

Clarice Starling «D’accordo.»

Dottor Lecter «Non posso leggerlo a questa distanza. Me lo passi, per favore.»

Clarice Starling «Non posso.»

Dottor Lecter : Un’allieva? Qui c’è scritto allieva. Jack Crawford ha mandato un’allieva per interrogarmi?»

Clarice Starling «Sono ancora allieva all’Accademia, infatti. Ma non stiamo parlando dell’FBI… stiamo parlando di psicologia. È in grado di de-cidere da solo se sono abbastanza qualificata negli argomenti di cui parle-remo?»

Dottor Lecter «Uhmmmm…Dunque, che cosa le ha detto Miggs?»

Clarice Starling «Chi?»

Dottor Lecter «Miggs-dalle-molteplici-personalità, nella cella là in fondo. Le ha sibila-to qualcosa. Che le ha detto?»

Clarice Starling «Ha detto: “Sento l’odore della tua fica”.»

Dottor Lecter «Capisco. Io non lo sento. Lei usa la crema per la pelle Evian, e a volte si mette L’Air du Temps, ma non oggi. Oggi non si è profumata di proposi-to. Che impressione le ha fatto quello che le ha detto Miggs?»

Clarice Starling «È ostile per ragioni che non potevo conoscere. È un peccato. È ostile agli altri, e gli altri sono ostili a lui. È un circolo vizioso.»

Dottor Lecter «Lei gli è ostile?»

Clarice Starling «Mi dispiace perché è squilibrato. A parte questo, è soltanto un rumore di fondo. Come ha fatto a riconoscere il profumo?»

Dottor Lecter «Ne è uscito un soffio dalla borsetta quando ha preso il tesserino. È una borsa molto graziosa.»

Clarice Starling «Grazie.»

Dottor Lecter «Ha portato la più bella che ha, non è così?»

Clarice Starling «Sì.»

Dottor Lecter «È molto meglio delle scarpe.»

Clarice Starling «Forse anche quelle miglioreranno.»

Dottor Lecter «Non ne dubito.»

Clarice Starling «È stato lei a fare quei disegni sulle pareti, dottore?»

«Pensa che abbia fatto venire un arredatore?»

Clarice Starling «Quella sopra il lavabo è una città europea?»

Dottor Lecter «È Firenze. Ci sono il Palazzo della Signoria e il duomo, visti dal Bel-vedere.»

Clarice Starling «Ha riprodotto tutti i dettagli a memoria?»

Dottor Lecter «Io ho la memoria al posto del panorama, agente Starling.»

Clarice Starling «L’altro è una crocifissione? La croce centrale è vuota.»

Dottor Lecter «È il Golgota dopo la deposizione. Pastelli e Magic Marker su carta da macellaio. È quello che ebbe in effetti il ladrone cui era stato promesso il Paradiso, quando portarono via l’agnello pasquale.»

Clarice Starling «E cioè?»

Dottor Lecter «Le gambe spezzate, naturalmente, come il suo compagno che si era burlato di Cristo. Non ha mai letto il vangelo di san Giovanni? Allora guardi Duccio… dipingeva crocifissioni molto meticolose. Come sta Will Graham? Che aspetto ha?»

Clarice Starling «Non conosco Will Graham.»

Dottor Lecter «Ma sa chi è. Il protetto di Jack Crawford. Quello prima di lei. Com’è la sua faccia?»

Clarice Starling «Non l’ho mai visto.»

Dottor Lecter «Questo si chiama “qualche vecchio tocco”, agente Starling. Non le di-spiace, vero?»

Clarice Starling «Potremmo fare molto meglio. Potremmo introdurre qualche tocco nuo-vo. Ho portato…»

Dottor Lecter «No, no. È stupido e sbagliato. Non faccia mai la spiritosa nel risponde-re a una spiritosaggine. Mi ascolti: capire una battuta e rispondere fa sì che il suo soggetto effettui un rapido esame distaccato, che è nemico dell’atmo-sfera. E noi procediamo in base a questo. Stava andando molto bene; era cortese e reagiva alla cortesia, aveva creato un clima di fiducia dicendo quella verità imbarazzante sul conto di Miggs; e poi ha rovinato tutto con una risposta scipita a una spiritosaggine. Così non va.»

Clarice Starling «Dottor Lecter, lei è uno psichiatra clinico molto esperto. Mi crede tanto stupida da tentare qualcosa del genere? Mi faccia credito di un po’ d’intelligenza. Le chiedo di rispondere al questionario, e può farlo oppure non farlo. Ci sarebbe qualcosa di male se gli desse un’occhiata?

Jack Crawford è ansioso di…»

Clarice Starling «Crawford lo Stoico è ansioso? Deve avere molto da fare, se recluta i collaboratori tra gli allievi.».

Clarice Starling «È vero. E vuole…»

Dottor Lecter «È occupato con Buffalo Bill.»

Clarice Starling «Immagino di sì.»

Dottor Lecter «No, lei non lo immagina, agente Starling. Lei sa molto bene che si tratta di Buffalo Bill. Ho pensato subito che Jack Crawford l’ha mandata a chiedermi questo.»

Clarice Starling «No.»

Dottor Lecter «Allora non fa niente per evitare questa impressione.»

Clarice Starling «No, sono venuta perché abbiamo bisogno del suo…»

Dottor Lecter «Che cosa sa di Buffalo Bill?»

Clarice Starling «Nessuno ne sa molto.»

Dottor Lecter «È stato pubblicato tutto sui giornali?»

Clarice Starling «Credo. Dottor Lecter, io non ho visto nessun materiale riservato sul caso, il mio compito è…»

Dottor Lecter «Quante donne ha fatto fuori Buffalo Bill?»

Clarice Starling «La polizia ne ha trovate cinque.»

Dottor Lecter «Tutte scuoiate?»

Clarice Starling «Parzialmente, si.»

Dottor Lecter «I giornali non hanno mai spiegato il suo soprannome. Lei sa perché lo chiamano Buffalo Bill?»

Clarice Starling «Sì.»

Dottor Lecter «Me lo dica.»

Clarice Starling «Glielo dirò se darà un’occhiata al questionario.»

Dottor Lecter «Gli darò un’occhiata, e basta. Ora mi dica il perché.»

Clarice Starling «È cominciato con una battuta di cattivo gusto alla squadra omicidi di Kansas City.»

Dottor Lecter «Sì…?»

Clarice Starling «Lo chiamano Buffalo Bill perché scuoia le prede.»

Dottor Lecter «Mi passi il questionario.»

Clarice passò la sezione azzurra per mezzo del vassoio e rimase in silen-zio mentre Lecter la sfogliava.

Dottor Lecter «Bene, agente Starling, crede davvero di potermi sezionare con un piccolo strumento spuntato?»

Clarice Starling «No. Credo che lei possa fornire indicazioni utili e far progredire questo studio.»

Dottor Lecter «E quale ragione dovrei avere?»

Clarice Starling «La curiosità.»

Dottor Lecter «Per che cosa?»

Clarice Starling «Per la ragione per cui è qui. Per ciò che le è successo.»

Dottor Lecter «A me non è successo niente, agente Starling. Io esisto e basta. Non può ridurmi a una serie di influenze. Lei ha rinunciato al bene e al male per la scienza del comportamento, agente Starling. Ha messo i pannolini a tutti quanti… niente è mai colpa di qualcuno. Mi guardi. Se la sente di dire che sono malvagio? Sono malvagio, agente Starling?»

Clarice Starling «Credo che lei si sia comportato in modo distruttivo. Per me è la stessa cosa.»

Dottor Lecter «Il male è soltanto distruttivo? Allora i temporali sono malvagi, se è tan-to semplice. E poi abbiamo gli incendi, e la grandine. Nelle polizze d’assi-curazione, tutti questi eventi sono accomunati sotto la dicitura “Atti di Dio”.»

Clarice Starling «Se è voluto…»

Dottor Lecter «Per passare il tempo faccio collezione di crolli di chiese. Ha visto quel-lo accaduto di recente in Sicilia? Meraviglioso! La facciata è crollata ad-dosso a sessantacinque nonne che assistevano a una messa speciale. È stato un atto malvagio? Se è così, chi lo ha commesso? Se c’è un Dio, si diverte, agente Starling. Febbre tifoide e cigni… provengono tutti dalla stessa fonte.»

Clarice Starling «Non sono in grado di spiegarglielo, dottore, ma conosco chi può farlo.»

Dottor Lecter «A lei piacerebbe quantificarmi, agente Starling. È così ambiziosa, vero? Sa che cosa mi sembra, con la borsetta bella e le scarpe scadenti? Mi sembra una campagnola. Una campagnola benintenzionata e ben ripulita e con un pochino di buon gusto. I suoi occhi sono come pietre zodiacali da quattro soldi… la superficie brilla quando dà la caccia a una rispostina. E dietro quegli occhi è intelligente, vero? Le dispiace di non essere come sua madre. Una buona alimentazione le ha permesso di diventare piuttosto alta, ma una generazione fa i suoi lavoravano nelle miniere, agente Starling. Sono gli Starling del West Virginia o gli Starling dell’Oklahoma, agente? C’era l’incertezza tra il college e le possibilità di una carriera nel Women’s Army Corps, vero? Lasci che le dica qualcosa di preciso sul suo conto, al-lieva Starling. Nella sua stanza ha una sfilza di perline d’oro, di quelle che si aggiungono via via, e prova un senso di fastidio ogni volta che le guarda e vede quanto sono volgari, non è così? Tutti quei ringraziamenti noiosi, tutto quanto, ogni volta per ogni perlina. Noioso. Noioso. Seccante. Essere intelligenti rovina molte cose, no? E il buon gusto non è gentile. Quando penserà a questo colloquio, ricorderà l’animale stupido, la sua faccia ferita quando si è sbarazzata di lui.

«Se la collana di perline è diventata banale, cos’altro lo diventerà con il passare del tempo? Se lo domanda la notte, no?»

Clarice Starling «Lei vede molte cose, dottor Lecter. Non starò a smentire tutto quello che ha detto. Ma ecco la domanda alla quale sta rispondendo adesso, lo voglia o no: È abbastanza forte per rivolgere verso se stesso la sua acutissima percezione? È difficile. Me ne sono accorta negli ultimi minuti. Cosa ne dice? Guardi dentro di sé e scriva la verità. Come potrebbe trovare un soggetto più adatto e più complicato? O forse ha paura di se stesso?»

Dottor Lecter «È un tipo duro, vero, agente Starling?»

Clarice Starling «Abbastanza duro, sì.»

«E non sopporterebbe di dover pensare che è comune. Le brucerebbe,

no? Ah! Bene, è tutt’altro che comune. Ha soltanto paura di esserlo. Di che misura sono le sue perline? Sette millimetri?»

Clarice Starling «Sette millimetri.»

Dottor Lecter «Mi permetta di darle un suggerimento. Si procuri qualche sferetta per-forata di occhio-di-tigre e l’infili alternandola alle perline d’oro. Può met-terne due-e-tre oppure una-e-due, secondo quel che le sembra meglio. Gli occhi-di-tigre metteranno in risalto il colore dei suoi occhi e i riflessi dei capelli. Qualcuno le ha mai mandato un biglietto per san Valentino?»

Clarice Starling «Sì.»

Dottor Lecter «Siamo già in quaresima. Manca una settimana appena al giorno di san Valentino… uhmm… ne aspetta qualcuno?»

Clarice Starling «Non si può mai sapere.»

Dottor Lecter «Già, non si può mai sapere… Ho pensato al giorno di san Valentino. Mi ricorda qualcosa di divertente. Ora che ci penso, potrei farla felice il giorno di san Valentino, Clarice Starling.»

Clarice Starling «Come, dottor Lecter?»

Dottor Lecter «Mandandole un meraviglioso biglietto. Dovrò pensarci. Ora la prego di scusarmi. Addio, agente Starling.»

Clarice Starling «E lo studio?»

Dottor Lecter «Una volta un addetto al censimento cercò di quantificarmi. Gli mangiai il fegato con contorno di fave e una bottiglia di Amarone. Torni a scuola, piccola Starling.»