Ora no, tesoro! Di Ray Cooney

Vittorio Attene ci svela il testo su cui stanno lavorando i ragazzi del corso di recitazione teatrale annuale di II anno: Ora no, tesoro! Di Ray Cooney.

Equivoci, tradimenti, scambi di persone e una pelliccia di visone “viaggiante” sono gli ingredienti della farsa scritta dall’autore inglese Ray Cooney. Gilbert, socio della moglie e dell’amico Arnold in una pellicceria di Londra, pensa di regalare un visone da 5.000 sterline a Janie, da poco diventata sua amante. Per non insospettire Harry, marito di Janie, Gilbert inscena una falsa vendita coinvolgendo nel gioco il socio Arnold. Harry, fiutando l’affare, accetta di comprare il visone non per sua moglie, ma per Sue, sua segretaria e amante. Tutto sembra filare senza intoppi, ma la moglie di Gilbert, ritorna improvvisamente dalle vacanze..

Ecco un assaggio…

 

PRIMO ATTO

 

La commedia si svolge nell’elegante salotto privato al quarto piano della “Bodley, Bodley and Crouch”, una pellicceria esclusiva al centro di Londra, molto famosa. La gerarchia della ditta consiste in tre direttori, Maude Bodley, suo marito Gilbert Bodley e Arnold Crouch.

 

L’arredamento è di pregio, stile regency, studiato con gusto impeccabile. La parete di fondo è interamente occupata da un finestrone attraverso il quale è visibile un balcone oltre il quale si vede la sagoma di Mayfair. La sezione posteriore della scena mostra una scala che porta al piano inferiore a destra. Due porte a sinistra in secondo piano conducono all’ingresso e al sottoscala. Un’altra porta al primo piano a sinistra dissimula un bar molto ben fornito. All’interno della porta sono bicchieri, bottiglie e due tovaglie da tè. Un’altra porta in primo piano a destra comunica con un piccolo ripostiglio. Tra i pezzi d’arredamento più importanti figura uno splendido divano circolare in primo piano al centro, una scrivania con telefoni tra le due porte, una coppia di sedie Regina Anna, e uno specchio completamente orientabile riccamente decorato.

 

Sono le dodici di una splendida giornata di fine settembre.

 

Quando si alza il sipario, Arnold Crouch è alle prese con due manichini coperti di pellicce, entrambi in pose rigide. Uno dei manichini è un fantoccio, l’altro in realtà è la signorina Whittington.

 

Sul manichino c’è un ocelot da duemila sterline. Sulla signorina Whittington un visone silver-blu da cinquemila sterline, entrambi molto moderni e ben disegnati. Arnold sta dando gli ultimi tocchi al visone e fa qualche passo indietro per ammirare il suo capolavoro.

 

Dopo un istante, entra la segretaria, signorina Tipdale. È una donna attiva, attraente ma riservata, sui trent’anni; indossa un abito ben confezionato, con chiusura lampo sul dietro.

 

S.NA TIPDALE           – Mi scusi, signor Crouch…

 

ARNOLD                    – (Rapito nell’ammirazione della pelliccia di visone) Bella, semplicemente divina.

 

S.NA TIPDALE           – Signor Crouch…

 

ARNOLD                    – (Continuando ad esaminare ed ammirare il suo capolavoro) Eh?

 

S.NA TIPDALE           –Signor Crouch, posso dirle due parole?

 

ARNOLD                    – Oh – buongiorno, signorina Tipdale. Non l’ho vista entrare.

 

S.NA TIPDALE           – In salotto c’è la signora Frencham..

 

ARNOLD                    – La signora chi?

 

S.NA TIPDALE           – La signora Frencham. (Indicando) Per l’ocelot.

 

ARNOLD                    – (Controlla il libro degli appuntamenti) No, no, no, signorina Tipdale, deve essere pronto per le due e mezza.

 

S.NA TIPDALE           – Lo vuole proprio.

 

ARNOLD                    – (Col diario) Lo credo, ma non ho avuto il tempo di dargli la spazzolatina finale. E poi, da un minuto all’altro verranno i Mc Michael per il silver blu.

 

S.NA TIPDALE           – Alle dodici e un quarto. Ma si tratta di una vendita. Ci penserà il signor Bodley.

 

ARNOLD                    – Speriamo! Se e quando arriverà. Tra lui che non è mai puntuale e la moglie, che se ne sta in vacanza, non so dove sbattere la testa.

 

S.NA TIPDALE           – Ma che cosa debbo dire alla signora Frencham?

 

ARNOLD                    – Dovrebbe farla accomodare, credo, ma questo è compito del signor Bodley. Lo sa come divento nervoso con i clienti.

 

S.NA TIPDALE           – Trovo che si comporta benissimo.

 

ARNOLD                    – Beh, bisognerebbe far meglio. Intanto questa non è ancora finita e chissà cosa le racconterò!  (Solleva il manichino)

 

S.NA TIPDALE           – Bene, signor Crouch. (Esce da sinistra. Lui posa il manichino)

 

ARNOLD                    – Quando arriveranno i signori Mc Michael la  farò chiamare, signorina Whittington.

 

S.NA TIPDALE           – Grazie. (Arnold le toglie dalle spalle il visone e lei esce da sinistra, mentre entra la signora Frencham, una donna che ha superato la quarantina con uno spaventoso accento snob)

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