YORICK- OFFICINE TEATRALI – Il “lavoro” dell’Attore

YORICK – OFFICINE TEATRALI – Il “lavoro” dell’Attore
PARTE PRIMA
Un lavoro sensoriale per imparare a scavare dentro se stessi, attraverso varie tecniche ed esercizi.

 

Come molti di voi sapranno l’Associazione Culturale Fantalica ha aperto, con la stagione 2018-2019, le porte di una nuova Accademia Teatrale: Yorick-Officine Teatrali.
Yorick vuole essere un nuovo modo di concepire l’arte attoriale nel territorio veneto: si rivolge alle varie fasce d’età (dai 18 anni in su) e mira a rendere i suoi allievi degli attori professionali.

Attori che conoscano e rispettino le regole del teatro e che sperimentino davvero quanta fatica e passione ci vogliono per diventare degli Attori con la “A” maiuscola.

Da più di cinque mesi i nostri allievi stanno entrando sempre più “nella parte” del vero attore teatrale, e come ogni “buon attore” stanno imparando a scavare dentro se stessi, attraverso varie esercizi, tra cui il lavoro sensoriale.

Il lavoro sensoriale è uno strumento molto utile per far crescere e dar struttura e corpo alla formazione dell’attore: ne amplifica le capacità di immaginazione e permette all’attore stesso di avere elementi importanti da sfruttare per rendere al meglio la rappresentazione di un personaggio.
E’, per usare le parole di Stanislavskij, un insieme di mezzi consci per attivare l’inconscio.

M9: Capire il Novecento- eventi culturali e cinematografici

Capire il Novecento: Rassegna di eventi culturali e cinematografici nell’Auditorium M9 di Mestre.

M9

La Fondazione di Venezia è un ente volto al miglioramento della qualità di vita e alla promozione sociale e culturale della collettività veneziana.

A questa si deve la creazione della struttura M9 che sta per “Mestre 900” ed è un’operazione di rigenerazione urbana che ha l’obiettivo di creare un polo culturale di riferimento per la città e l’area metropolitana di Mestre.

M9

All’interno di questo stabile, dal 20 ottobre al 20 dicembre 2018 si terrà una rassegna di eventi culturali e cinematografici intitolata “Capire il Novecento. Il migliore, il peggiore dei secoli”.

Questa iniziativa è stata ideata e curata dal Comitato tecnico-scientifico di M9 coordinato da Gianni Toniolo e si compone di nove appuntamenti; quattro incontri e cinque proiezioni di film nell’Auditorium M9.

M9

Gli appuntamenti cinematografici a cura di Gian Piero Brunetta e con presentazione di Denis Lotti, sono:
9 novembre – Chi lavora è perduto (Tinto Brass, 1963)
16 novembre – Il posto (Ermanno Olmi, 1961)
23 novembre – Signore e Signori (Pietro Germi, 1965)
7 dicembre – C’eravamo tanto amati (Ettore Scola, 1974)
12 dicembre – Roma (Federico Fellini, 1972)

Gli incontri sono:
-20 ottobre, ore 11: Il ’900: le fratture, i protagonisti. Un dialogo tra Simona Colarizi ed Ernesto Galli della Loggia.
-24 novembre, ore 11: L’idea di Europa nel ’900. Lectio di Giuliano Amato.
-14 dicembre, ore 18: Uscire dalla guerra: il Natale del 1918. Un racconto di Paolo Mieli.
-20 dicembre, ore 18: Tutto da rifare: il Natale del 1948, Un racconto di Aldo Cazzullo.
-9, 16, 23 novembre e 7, 12 dicembre, ore 20. Il cinema racconta l’Italia del dopoguerra: i cammini della speranza.

M9

Si ha l’obiettivo di anticipare l’inaugurazione dell’intero M9 che nascerà in un’area di 9.000 metri quadrati a Mestre, nel pieno centro storico. Questa città sta vivendo profonde trasformazioni e questa innovazione sarà uno dei simboli della Mestre futura, nuova “fabbrica” del sapere contribuirà alla costruzione di una vera e propria “cittadella della cultura” nel centro di Mestre. Attenzione particolare è dedicata ai contesti e agli scenari in cui vivranno le generazioni future.

Si vuole riflettere sulla contemporaneità attraverso il Museo multimediale del ’900, ma anche a dibattiti, lezioni di storia, proiezioni cinematografiche e talk aperti a tutti i pubblici, che la rassegna “Capire il Novecento” inaugura il 20 ottobre.

L’attore nel cinema – Le origini

Alla scoperta de “L’attore nel cinema – Le origini”

“Tutto ci porta a credere che l’attore sia il tutto di un film, quello che il film contiene di più desiderabile, commovente, odioso…umano.
Spesso vediamo e viviamo l’attore come uno specchio nel quale ci riconosciamo e che ci somiglia.”

Al cinema l’attore è solo il fantasma, traccia di qualcosa che ha vissuto ma di cui non ci rimane quasi niente. Da Platone a Shakespeare, l’attore diventa il luogo comune di un’inevitabile analogia tra VITA e TEATRO.
Ecco che l’actor latino si riflette sul suo significato «colui che fa, agisce», prima ancora di  indicare il mestiere dell’attore.
Sappiamo di per certo che Platone non aveva un’alta opinione del teatro: gli spettacoli drammatici erano concepiti, secondo il filosofo, per un pubblico volgare, incapace di sforzi di rappresentazione, schiavo dell’imitazione.
Aristotele, d’altro canto, paragona la coppia epopea/tragedia, all’opposizione di due generazioni di attori, con gli attori epici che considerano quelli tragici delle “scimmie” per via del loro modo di recitare eccessivo.

Il cinema dovrà anch’esso affrontare l’ingombro attoriale.
Fin dalle prime vedute dei Lumière, compaiono sullo schermo delle figure umane animate, alle quali non corrispondono né il titolo de comédien né quello di mimo. Persone reali di cui si percepiscono solamente ombre fluttuanti e silenziose.

L'attore nel cinema

Fin dai suoi esordi il cinema usa il corpo come elemento della scenografia e dunque del mondo.
I film primitivi affrontano a modo loro la particolare condizione dell’attore cinematografico, che recita senza fare l’attore. Agisce e nello stesso tempo è agito, catturato da una cinepresa che è al contempo «presa di vista» e «presa di vita». I primi “attori professionisti” non sono nei film, ma intorno ad essi: sono gli imbonitori che commentano, leggono le didascalie, rendono comprensibile il racconto, offrono una prima forma di voce fuori campo esplicativa.

George Mélies definisce il lavoro dell’attore, tra teatro e pantomima. Basa la pratica su due principi fondamentali:
–  l’attore deve sapersi muovere nello spazio e non rallentare le riprese, che dipendono dalla luce del giorno. Sullo schermo i personaggi si trovano schiacciati gli uni sugli altri, e se non recitano uno dopo l’altro, il rischio di confusione tra personaggi primari e secondari, aumenta a dismisura;

–  l’attore deve lottare continuamente contro le sue tendenze teatrali. Il buon attore cinematografico è quello che “sa farsi capire senza parlare”, e il suo gesto, anche volontariamente esagerato, è sempre giustissimo.

L'attore nel cinema
L'a

Il 1908 vede la collaborazione tra due grandi società di produzione: Le Film d’Arte e la Comédie-Française.
Le due società si uniscono nel tentativo ufficiale di avvicinare al cinema il teatro e alzare il livello culturale e artistico.
Da allora i più grandi attori si lasciano tentare dal cachet, dalla pubblicità, dalla novità dell’esperienza.
La produzione tende a semplificarsi man mano che il cinema si orienta verso la finzione e la narrazione. Si cominciano a costituire le leggi del racconto filmico e si attuano in tutto il mondo diversi modi di gestione del cinema. Alcuni registi cinematografici cominciano a intuire che è meglio collaborare con attori formatisi per il cinema, piuttosto che con attori con un solo bagaglio teatrale.
In Francia, Loius Feuillade è il primo, in tal senso.
Feuillade sceglie di circondarsi di una troupe permanente di attori, stabilendo contratti duraturi. Da qui l’industri del cinema comincia a strutturarsi professionalizzando i suoi attori.
In Italia, l’arte dei grandi attori della fine ‘800 (la Duse, Zacconi, Novelli…) è già in fase di declino.
A Hollywood, Adolph Zukor diventa il più famoso promotore dello STAR SYSTEM.

William Fox trasforma un’attrice teatrale in una grande diva.

…to be continued…

_ estratto da “L’attone cinematografico” di Jacqueline Nacache _

Giù in fondo al mare – Spettacolo teatrale

Giù in fondo al mare – Spettacolo teatrale

 

L’Associazione Culturale Fantalica

presenta

2 giugno 2018
Ore 21.00
Sala Teatro Associazione Fantalica

 

GIÙ IN FONDO AL MARE

GIÙ IN FONDO AL MARE - spettacolo teatrale

(liberamente ispirato a “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni)

Regia di Riccardo Michelutti

Spettacolo finale del corso di recitazione teatrale avanzato

GIÙ IN FONDO AL MARE - spettacolo teatrale

DESCRIZIONE:

Camminando per il molo verso sera, uno straniero viene attratto da una donna dalla gardenia all’occhiello: la morte.
Questa inaspettatamente si tuffa in mare.
Attratto da lei lo straniero la segue in acqua e nel fondale marino si ritrova nel bar di una nave affondata.

Il barista accoglie i due sconosciuti e li invita assieme a tutti gli avventori presenti a raccontare delle storie.
Mentre tutti raccontano si rendono conto di vivere in una sorta di bolla, in una dimensione fuori dal tempo, non sapendo più chi sono o se saranno.

 

INGRESSO LIBERO SU PRENOTAZIONE (POSTI LIMITATI).

 

Attori: Sara Tramarin, Federico Annunziata, Mariluna Busà Casotto, Debora Michieletto, Stefano De Dionigi, Morena Garbin.

Le musiche verranno eseguite da una musicista che sarà in scena con gli attori.

 

Data Incontro: sabato 2 giugno 2018

Dove: Via Giovanni Gradenigo, 10 – 35131 Padova – Zona Portello

Orario: inizio spettacolo ore 21:00

Durata: 1 ora e un quarto circa

per maggiori info

 

Yorick: Intervista a Vittorio Attene

“L’attore? Cuore caldo e mente fredda”: intervista a Vittorio Attene per Yorick Officine teatrali.

Quali sono le basi per un attore?
Quali sono gli strumenti che un attore deve possedere per essere considerato, o considerarsi tale?

Stanislavskij  usava una frase ricorrente: “Cuore caldo, mente fredda”. E questo è il tipo di attore che vorremmo formare.

L’attore deve possedere il talento: una predisposizione che va curata, coltivata, nutrita.
Il talento altro non è che la totale disposizione al gioco, la capacità di superare tutti i propri blocchi (etici, religiosi, culturali e personali).
Un attore, o attrice, ha talento quando è libero.
Libero di essere sé stesso nei panni di altro da sé. Un corpo e una mente al servizio di una funzione teatrale.
Ecco cos’è, forse, il talento: il “cuore caldo”.

Da questi presupposti nasce “YORICK-OFFICINE TEATRALI”.
Una scuola che vuole formare attori, non necessariamente professionisti ma professionali, e che mira a coltivare le due forze che costituiscono l’anima e il corpo dell’attore. Solo  attraverso l’impegno costante, la fatica, il sudore e la disciplina ferrea si forgia l’artista teatrale.

 

Ce ne parla il docente e formatore VITTORIO ATTENE: attore teatrale e cinematografico, docente e regista dal 2005 presso l’Associazione Culturale Fantalica.

Domanda: « Vittorio, raccontaci un po’ di questa Piccola Accademia teatrale che vuole essere “Yorick-Officine Teatrali”. Da quale esigenza nasce?»

Vittorio: “ Yorick nasce da un’esigenza intrinseca ai normali corsi di Recitazione Teatrale Amatoriale, tenuti dalle varie Associazioni. Questi, appunto, sono rivolti a un’utenza molto variegata: persone che hanno nutrito curiosità verso il teatro ma che si finalizza spesso come svago serale. Chi però esce da quest’ottica e cerca una formazione teatrale più seria e performante spesso non ha gli strumenti per accedervi realmente. Yorick, appunto, vuole rispondere a queste richieste e aspettative. Nel  Veneto, per di più, possiamo dire che la didattica teatrale ha un’anima divisa tra un’alta qualità professionale ma, purtroppo, relegata a poche realtà.”

D: «Mi sembra di capire che sia una proposta diversa rispetto a quella offerta dalle Accademie Teatrali Professionali…»

Vittorio: “Yorick è un progetto diverso in quanto coinvolge un pubblico diverso: chi si rivolge a noi non prende il teatro come un “qualcosa da fare nel tempo libero”, giusto per occupare un po’ di ore in compagnia. Yorick è rivolto a persone che vogliono vivere il teatro seriamente, investendoci tempo, passione, fatica e portando avanti, contemporaneamente, il proprio ambito lavorativo.
La formula è la stessa delle accademie in quanto professionalità: ci si assicura un impegno fatto di  puntualità e rispetto. Se non sei serio e puntuale non lavori. Per fare teatro ci vuole rispetto!”

D: «Quali sono le qualità che deve avere un attore? »

V: “Innanzitutto bisogna precisare che Yorick non accoglie solo persone che hanno già esperienza in campo teatrale. Yorick è per tutti. O meglio, per tutti coloro che hanno voglia di investire tempo, passione e fatica. Tutti possono essere “formati”, ma si cerca una predisposizione specifica. Non c’è una fascia d’età prestabilita, si va dai diciotto anni in su. L’età non è un problema, bisogna però ammettere che l’attore più maturo porta un bagaglio più corposo d’esperienza ma non è così flessibile caratterialmente. Al contrario l’attore giovane è più malleabile ma più “povero” d’esperienza. L’obiettivo è quello di creare un “gruppo di spettacolo”: vario in quanto fasce d’età perché  variegato è il teatro stesso.
Il bisogno primario dei nostri corsisti dev’essere la voglia di stare sul palco per raccontare qualcosa, tralasciando l’aspetto egocentrico. Cos’è il teatro vero? Non lo sai finché non lo fai…”

D: «Yorick-Officine Teatrali prevede ben tre insegnanti…Perché? Che sbocchi dà questo progetto?»

V: “Tre insegnanti danno stimoli diversi che portano l’allievo a una crescita diversa. Riguardo gli sbocchi, questa è una scuola nuova (senza certificazioni) e offre una formazione qualificata garantendo l’acquisizione di una professionalità, che differisce dalla professione. Punta, ad esempio, ad educare sul rispetto verso gli altri e, in particolare, verso le persone con cui si lavora. Yorick non forma professionisti pagati ma attori che sanno essere professionali.”

D: «Quindi c’è differenza tra “Attore Professionale” e “Attore Professionista”? »

V: “Certo, c’è una grossa differenza! Una persona è professionale se sa quali sono le regole e le rispetta. I professionisti, invece, sono coloro che lavorano in teatro e sono pagati per questo.
Yorick mira a istruire la personalità. Chiunque può fare l’attore.
Al giorno d’oggi il titolo, anche se è importante, non è fondamentale. Vent’anni fa le cose erano ben diverse: un diploma dato da un’accademia teatrale importante, come ad esempio la “Silvio D’Amico” di Roma, ti apriva certamente qualche porta in più. Ora no. Al giorno d’oggi contano di più le proprie qualità. Qualità che chiunque può affinare. Yorick aiuta senz’altro a farle emergere.”

D: «Vittorio, concludiamo questa intervista con uno slogan…»

V: “…lo slogan di Yorick-Officine Teatrali è senz’altro: PERCHE’ NON FARE L’ATTORE?”