Nuovo corso di recitazione teatrale (I livello)

Il corso intende fornire ai partecipanti gli elementi base dell’arte di recitare: un assaggio tecnico full-time del lavoro dell’attore per comprenderlo e decidere consapevolmente se è la propria strada o aggiungere un talento nuovo ai propri.
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Un laboratorio per esplorare il complesso rapporto tra corpo, spazio e testo.
Per saperne di più: http://fantalica.it/default.asp?content=1,718,0,0,0,CORSO_DI_RECITAZIONE_TEATRALE_I_livello,00.html

Promozione estate 2015

A partire dal 24 giugno fino al 24 luglio sarà possibile iscriversi a tutti i corsi in partenza a ottobre 2015, avendo diritto ad uno sconto di 20€ sul costo del corso prescelto. unnamed

Affrettatevi a iscrivervi, i corsi sono a numero chiuso!

IL TEATRO A SERVIZIO DELL’ARTE ORATORIA

 

Ci sono dei personaggi del teatro che possono diventare degli utili strumenti da cui poter apprendere tecniche e modalità per il nostro lavoro davanti al pubblico.

Quando noi ascoltiamo un bravo oratore proviamo per lui un profondo senso di riconoscenza. Fondamentalmente perché è riuscito a trasmettere suo messaggio con chiarezza, passione, proprietà di linguaggio ed energia. E tutti questi elementi hanno fatto sì che non ci siamo annoiati ne distratti anzi con il tempo il suo messaggio si è radicato in maniera ancora più forte nella nostra memoria. Il motivo è dato dal fatto che quell’oratore ha usato, consapevolmente o meno, strumenti espressivi che appartengono non tanto a quelle che oggi chiamiamo comunemente “tecniche della comunicazione” ma al lavoro che sta alla base della recitazione.

 

Non voglio qui disquisire su quella predisposizione spesso innata in una persona che facilmente chiamiamo talento ma credo sia importante capire che la nostra capacità di essere comunicativi deve essere coltivata e curata esattamente come un attore fa tutti i giorni, se è un professionista. Ecco perché chi vuole presentarsi davanti un pubblico, sia esso una platea, una riunione, una tavola rotonda o un semplice colloquio di lavoro faccia a faccia, deve prendere consapevolezza di quanto sia importante capire che porsi davanti al pubblico corrisponde al doversi assumere la responsabilità di indossare un ruolo, una maschera, da cui non può esimersi. Il rischio è di non essere credibile.

 

Prendiamo per esempio il famoso monologo di Giulio Cesare tratto dall’opera omonima di William Shakespeare. Abbiamo davanti a noi un imperatore, un uomo potente e che sicuramente attraverso la propria voce, il proprio sguardo e proprio corpo deve trasmettere questo senso di potenza. Confrontarci con un pezzo di questa natura comporta, se non di diventare un imperatore, almeno di trovare quella forza oratoria costruita dal ritmo, dalle pause, dallo sguardo, dalla postura e dal volume. Ma è soprattutto la necessità di dover pensare, credere e pronunciare le parole Giulio Cesare che renderà chiaro quanto senza una costruzione consapevole del nostro porsi davanti un pubblico non saremo in nessun caso ne un bravo attore ne un bravo oratore.

 

Fantalica propone per luglio TEATRALMENTE PARLANDO un seminario di teatro e comunicazione in cui lo scopo principale non è quello di cambiare le persone in qualcos’altro ma di fargli trovare la forza di assumersi un ruolo, in un determinato contesto, in determinate situazioni. Essere se stessi non vuol dire non rispettare il proprio ruolo davanti al pubblico.

Vittorio Attene

Teatro: estrema fonte di intima libertà

Il mondo già ci insegna a fingere, non a questo serve il teatro sperimentale.

le ovvietà sospese

Essere profondamente se stessi di fronte agli altri, svelare cose di sé che non si conoscevano, offrirsi come una scoperta, senza giudicarsi, senza arrestare la propria voce perché la battuta non è corretta o il copione della vita non prevede quest’uscita. Rientrare a casa, in quella nostra casa segreta in cui siamo liberi di scoprire le nostre carte con adrenalina e creatività.  Riuscire a farlo di fronte a chiunque. Questo può essere il teatro: un’estrema fonte di intima libertà. Utilizzando un contesto che storicamente ha vezzeggiato la finzione, facciamo saltare in aria le maschere di ogni giorno. E giocare, giocare, giocare, con se stessi insieme agli altri. Attraversare l’inatteso, svegliare la libertà assonnata dietro le abitudini recitative quotidiane, è ciò a cui la sperimentazione teatrale vuole condurre. Il divertimento di cui si gode nell’essere autentici, è così irrinunciabile che andare in scena non sarà recitare, ma avere il coraggio di giocare di fronte a un pubblico per la gioia di farlo. In accordo con l’etimologia della parola stessa, attori non fingiamo, attori perché agiamo.

Antonia Capuzzo

http://www.fantalica.it/default.asp?content=1,762,184,0,0,Seminario_di_teatro_sperimentale,00.html

Ode alla Vita

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

Martha Medeiros

 

Noi vi aspettiamo a Fantalica, quest’estate, se avete la voglia di provarci.
“Le ovvietà sospese” è un seminario in cui aprire nuove possibilità di essere se stessi di fronte agli altri, nella scena teatrale come in quella di tutti i giorni.

Contattateci per maggiori informazioni.
www.fantalica.it