Girotondo di Artur Schnitzler

Nel nuovo anno il corso di recitazione teatrale annuale di I anno lavorerà su alcune scene di Girotondo di Artur Schnitzler.

girotondoGirotondo (Reigen) è un’opera teatrale dello scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler. L’intreccio si basa sugli incontri tra dieci personaggi di dieci differenti condizioni sociali e umane: la prostituta, il soldato, la cameriera, il giovane signore, la giovane signora, il marito, la ragazzina, il poeta, l’attrice, il conte. In una serie di dieci quadri i personaggi dialogano due alla volta, per poi concludere immancabilmente il dialogo con un atto sessuale che tuttavia non viene mai mostrato o agito in scena. Uno dei due personaggi è poi protagonista anche del quadro successivo, in modo da creare un concatenarsi di atti sessuali che legano le sorti della vicenda, di cui non esiste una effettiva trama. Da qui il titolo: quando il conte, ultimo personaggio ad entrare in scena, si congiunge alla prostituta, la danza sessuale ha termine. O meglio, va da qui all’infinito.

 

1.         LEOCADIA e FRANZ

Sul ponte di Augarten. Di sera tardi.

 

LEOCADIA: Vieni, mio angelo bello…Non vuoi venire con me?
FRANZ: Ah, sarei io l’angelo bello?
LEOCADIA: Sì, chi se no? Dai, vieni. Io abito da queste parti.
FRANZ: Non ho tempo. Devo rientrare in caserma!
LEOCADIA: Arriverai sempre in tempo in caserma. Con me per un po’starai meglio del solito…
FRANZ le si avvicina   Guardandoti bene da vicino, mi sa che hai proprio ragione…
LEOCADIA: Forza allora, che può arrivare da un momento all’altro una guardia.
FRANZ:  Sai che paura! La guardia! Ho anch’io la mia baionetta, se è per questo…
LEOCADIA:   Bene, non ci serve altro: andiamo allora.
FRANZ:  Ti dico subito che non ho denaro.
LEOCADIA: Non ho detto che voglio denaro da te.
FRANZ Non vuoi denaro?
LEOCADIA: A pagarmi ci pensano quelli con più anni e più soldi di te. Con uno come te lo faccio gratis.
FRANZ:         Aspetta: allora sei forse quella tale di cui il mio amico Huber mi ha riferito?…
LEOCADIA: Io non conosco nessun Huber.
FRANZ: Devi essere proprio tu. Hai presente il caffè nella Schiffgasse? Lo hai rimorchiato là, e portato a casa tua.
LEOCADIA: Da quel caffè sono tornata a casa con talmente tanti uomini…
FRANZ:   Se le cose stanno così, andiamo. Alle dieci devo essere in caserma.
LEOCADIA: Quando hai cominciato il servizio militare?
FRANZ: Ah, lascia perdere. Abiti lontano?
LEOCADIA: Dieci minuti a piedi.
FRANZ: E’ troppo lontano, allora. Comincia col darmi un bacino, va…
LEOCADIA   Baciare è quello che più mi piace, quando sto con uno che mi piace.
Ascolta… Se la mia casa è troppo lontana… possiamo andare giù sull’argine del Danubio: laggiù è così silenzioso… e poi adesso non c’è nessuno.
FRANZ          Bah…sono indeciso…non vorrei farmi beccare…
LEOCADIA   Su, fatti coraggio: chissà se domani saremo ancora vivi…
FRANZ: Va bene mi hai convinto: si va di lì?
LEOCADIA:  Si ma fai attenzione, è buio qui. E se scivoli cadi nel Danubio.
FRANZ:   Chissà…Magari sarebbe la soluzione migliore per me.
LEOCADIA:   Non ho sentito quello che hai detto…Aiutami,  da queste parti ci deve essere una panchina…
FRANZ: Conosci bene questo luogo, vedo.
LEOCADIA:  E tu lo sai che sei proprio un bel tipo? Uno come te lo vorrei avere per amante…
FRANZ: Sarei troppo geloso.
LEOCADIA: Te la spazzerei via la gelosia.
FRANZ: Vieni, vieni qui.
LEOCADIA: Non qui, che ti salta in mente… se scivoliamo andiamo a finire in acqua!
FRANZ:  Non ho più voglia di aspettare…
LEOCADIA: Sta attento, però…
FRANZ: Non temere…Ecco, brava, così…

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LEOCADIA: Sulla panchina sarebbe stato più piacevole.
FRANZ: Qui o là è sempre la stessa cosa, no ?… Dai, togliti ora.
LEOCADIA: Quanta fretta…
FRANZ: Devo andare in caserma, te l’avevo detto. Sono già in ritardo.
LEOCADIA: Vai allora. Prima mi dici almeno come ti chiami?
FRANZ: Che ti importa del mio nome?
LEOCADIA: Io mi chiamo Leocadia.
FRANZ:  Leocadia? Che razza di nome…
LEOCADIA: Ah, senti!…
FRANZ: Che altro c’è, ora?
LEOCADIA: Mi daresti almeno qualche soldo per il caffè?
FRANZ:  Neanche per sogno! Mi hai preso per l’unico fesso che paga? Ti saluto, Leocadia…
LEOCADIA:  Va all’inferno, lazzarone!