Officine Teatrali – YORICK

Il nuovo progetto formativo teatrale Officine teatrali – Yorick

 “Questo cranio, signore, era di Yorick,officine teatrali - Yorick

il buffone del re. (…)

Ahimè, povero Yorick! …

Quest’uomo io l’ho conosciuto, Orazio,

un giovanotto d’arguzia infinita

e d’una fantasia impareggiabile.”

“Amleto” di William Shakespeare

Chi era Yorick? Un buffone. Cosa è rimasto di Yorick? Un teschio. Ma non solo.

Yorick è quel teschio che tutti noi colleghiamo all’iconografia che vuole, erroneamente, collegare Amleto al famoso monologo “Essere o non essere”. Per Amleto il teschio è la memoria con cui giocava da bambino. Per noi è una immagine iconica.

Ecco che un teschio che potrebbe essere facilmente collegato alla morte nel teatro diventa vita. Qualcosa che torna a vivere, perché quel teschio di Yorick è la memoria. Il teatro è memoria, il ricordo di storie lontane, di personaggi persi nel tempo e tra le pagine di grandi autori che riprendono vita sui palcoscenici attraverso l’evocazione. Yorick – Officine teatrali” è questo. È il teatro che sopravvive sempre, anche quando sembra morto, attraverso il racconto, attraverso la vita degli attori sul palcoscenico, attraverso la memoria del pubblico che quando torna a casa avrà qualcosa da ricordare e raccontare.

Vittorio Attene

PRIMA DI TUTTO LA PUNTUALITÀ – YORICK – OFFICINE TEATRALI

Quando mi è stPRIMA DI TUTTO LA PUNTUALITÀ - YORICK - OFFICINE TEATRALIato chiesto che tipo di scuola di teatro mi sarebbe piaciuto realizzare quando abbiamo cominciato a pensare alla fondazione di Yorick – Officine Teatrali il mio primo pensiero è stato LA PUNTUALITÀ – YORICK.

Vorrei una scuola che insegni ad essere professionali. Professionali che non è sinonimo di professionisti, professionisti lo si diventa lavorando e facendo delle scelte ben precise, ovvero a prestazione di lavoro corrisponde una paga, altrimenti si è amatoriali o al massimo si presta la propria opera come favore.

Professionali vuol dire rispettare una regola che sta alla base di tutto: imparare ad essere puntuali.

La puntualità in teatro però non corrisponde semplicemente a quanto si intende comunemente, ovvero arrivare in orario. In teatro la puntualità, se ci riferiamo al tempo e al rispetto della convocazione a teatro o all’inizio della lezione nel caso si frequenti una scuola, corrisponde a essere pronti sul palco o in aula almeno cinque minuti prima, e presentarsi, per potersi cambiare e prepararsi, almeno un quarto d’ora prima. Ma la puntualità teatrale corrisponde anche al rispetto delle consegne, la memoria delle parti, l’aver provato la scena o il monologo in base alle indicazioni ricevute. Puntualità è il rispetto delle gerarchie, il teatro non è democratico. La puntualità è un codice personale senza la quale un attore non potrà mai essere ne professionale ne professionista.

Io provengo come formazione dall’Accademia Silvio D’Amico e il mio maestro, Lorenzo Salveti, insisteva con ferocia nel farci acquisire questa regola fondamentale. Oggi posso dire che senza al suo insegnamento, che è andato ben oltre l’insegnare la recitazione,  molto probabilmente non avrei lavorato così tanto in teatro e nel cinema.

In Yorick vorrò che questa sia una delle regole inviolabili che dovranno essere rispettate. La puntualità! Così come mi è stato insegnato che non sarà puntuale non lavorerà, potrà non essere ammesso in classe e perfino espulso dalla scuola. Yorick non sarà una scuola per tutti, perché il teatro non è per tutti. Se sceglierete Yorick sappiate che lavoreremo come i vecchi artigiani, duramente e con regole ormai consolidate anche nelle assi e nelle pareti dei grandi teatri.

Vittorio Attene